Attraverso le cromie fotografiche di Luca Federici, sapientemente manipolate a livello digitale, così che oggetti reali si ‘moltiplicano’, clonandosi in serie luminosamente e coloristicamente surreali, dalle festevoli ascendenze novecentiste di una Pop Art italoamericana gioiosa e giocosa. Lampade dalle silhouette esotiche e dai colori irreali, arcobaleni su onirici fondali, miriadi di biciclette come in un puzzle mosaicato, tigri rampanti e volatili contro immaginifici cieli e figure di giovani donne su fondi astratti o monocromatici che rammentano la Scuola di Piazza del Popolo (da Festa ad Angeli), ‘trittici’ bizantini che irradiano le loro luci virate e ‘spruzzate’, scale che perdono la propria identità ‘metamorfizzandosi’ in forme coclidi smaglianti come un logo pubblicitario si accostano a frammenti reali e non trasformati dalle reiterazioni cromatiche di oggetti più surreali della finzione (come l’edicola di san Pietroburgo) oppure a bianchi e neri dove si stagliano ‘drappi’ rossi di bandiere (Il ponte di Istambul). Foto ‘vere’ di mari sognati su pannelli lungo la strada ci aprono a spazi illusori e metafisici, dove la poetica ironica dell’autore è sempre sorretta da una tecnica ineccepibile, sospesa tra la fotografia documentaristica tradizionale e la manipolazione digitale con le sue nuove strade artistiche ancora da esplorare appieno.
‘Gianpaolo Trotta’
Luca Federici propone una serie di immagini rigorosamente in bianco e nero dimostrando ripetutamente la sua abilità nel cogliere attimo ed atmosfera: ricordando, per certi versi, la più attuale street-photography e per altri la capacità di immergersi nelle espressioni dei suoi soggetti ammiccando ad un colto ricordo del lessico di Cartier Bresson.
Il tutto sapientemente mescolato in un suo personalissimo linguaggio.
‘Associazione Culturale Art-Art’